mercoledì 10 settembre 2014

FIORI NEL DESERTO - Un amore metropolitano


Ad oggi, la figura del vampiro ha decisamente saturato il mercato, spogliando queste antichissime creature del manto di fascino e mistero che la letteratura in primis aveva saputo tessergli attorno. Un cambiamento silenzioso, quasi notturno. Sembrano lontani anni luce i tempi del Dracula di Francis Ford Coppola, ombra dilaniata da uno straziante ed umano dolore. I vampiri doggi hanno seguito pari passo il cambiamento della società che è andata creandosi intorno a loro; società che li ha nutriti di stereotipi e capelli tinti, trasformandoli in adolescenti immaturi.

Quanto detto sopra, viene tranquillamente demolito da Jim Jarmusch, che nel suo Only lovers left alive (non splendidamente tradotto in Solo gli amanti sopravvivono), ridona peso e dignità ad una categoria in netto declino.

La storia ruota attorno alle esistenze di Adam e Eve (che hanno cessato di cercare il loro Eden, da maturi e consumati viaggiatori del mondo), musicista incredibilmente versatile ed ispirato lui, colta e raffinata lettrice lei. Lui vive a Detroit, scolpendo musica sulle macerie del becero capitalismo umano, lei a Tangeri, inebriata dal fascino del Cafè mille et une nuits. Adam e Eve sono sposati, e sono vampiri. Questa è la storia delle loro esistenze che si intrecciano, in una relazione che colora il mondo da infiniti anni, senza pause. Vedremo anche Ava, sorella minore di Eve, il cui unico obiettivo sembra quello di scompigliare le carte sul tavolo, appena distribuite da un croupier divino. Ma il fulcro sono loro: coloro che sanno amare. Ed è quasi un amore purificatore, che cambia completamente le gerarchie mentali di un mondo schizofrenico, che il tempo ha definitivamente sottomesso alla propria, micidiale logica. Jarmusch racconta con dolce malinconia la deriva culturale a cui ci siamo condannati, facendo attorno a noi terra bruciata, con lunica soluzione di morire assetati lentamente, quasi senza rendercene conto. Adam e Eve diventano allora due messia, che con la loro musica e i loro libri gettano germogli freschi e vivi su questo deserto; perché loro, in fondo, sanno che questo deserto è la culla del loro Amore.
 
E proprio questo, insieme alla morte, è il tema che più mi ha colpito. Sono temi trattati da Jarmusch in maniera totale, completa, avvolgente. Ogni singolo interstizio di questi due grandi umani enigmi è esplorato a colpi di fotogrammi e di citazioni, grandi citazioni. Lamore fra i due protagonisti è eterno, questo è ben chiaro fin da subito, ma lardore scorre rinnovato come il sangue nelle loro vene. Migliaia di km non separano i loro respiri, nella musica di Adam possiamo sentire il palpito del cuore di Eve, e negli occhi di Eve vediamo sempre Adam. Toccherà ad Eve correre dal suo amato in un etereo viaggio notturno (tema immancabile nei film di Jarmusch) per tranquillizzare soprattutto se stessa. Assistiamo ad un amore altamente poetico, silenzioso alla volte, ma capace di scatenare la viscerale creatività di Adam, e di placare le adescanti preoccupazioni di Eve. Ogni nota che fuoriesce dagli strumenti di Lui, diventa parola damore di uneterna poesia per Lei. Ogni pagina letta, sussurrata da Lei, diventa linfa vitale per Lui. Il loro è un abbraccio eterno, che sfugge a qualsiasi legge terrena, ed è dunque fuori dalla nostra comprensione. Ma accanto al disagio che proviamo per lincapacità di spingerci ad un amore così estremo, si fa strada in noi un vago sentimento di tranquillità quasi spirituale, di ringraziamento per questa enorme perla rossa che sembra scuotere il mondo, che sembra gridare al miracolo di un fuoco di speranza che continuerà a scorrere nelle nostre vene.

La morte, dicevamo. La morte è forse il minore dei mali che può assillare un vampiro, che vive isolato in una città in macerie. Invece per Adam è una costante, una tentazione continua, un canto delle sirene che influenza ogni suo passo. Dalla composizione di musica funebre che diventa ossessione, al distacco con cui tratta i pochi esseri umani che vede, che egli vede come cadaveri deambulanti. Tutto per lui è morte: ma questa morte non è data da lui. Di una relazione univoca si tratta. La vitalità che contraddistingue Eve è tesa a nascondere la scia di elegante morte che la vampira porta con sé. La sorella, eterna invidiosa, si macchierà infatti di un peccato gravissimo pur di reclamare quellattenzione che nessuno può darle. Il tutto sotto la Sua tacita responsabilità. Spetta ad Eve allontanare Adam da falsi propositi di suicidio: la plastica tragicità del gesto altro non è che fonte dispirazione per entrambi. A disagio in un mondo che non li soddisfa, rifiutano la strada della Morte, la più semplice. Essi vogliono fare del mondo una costante ricerca. La loro missione è trovare il suolo pronto ad accogliere il loro Amore, la loro disumana speranza.

Il notevole finale, che splendidamente si perde fra una squisita musica orientale e la languida disperazione di una notte Tangerina, unico punto del film in cui la Morte si insinua fra i protagonisti, sembra comunque darci una risposta definitiva a quel Perché tutto questo?: per dimostrarci che possono nascere degli splendidi fiori anche in questo deserto che chiamiamo Terra.

 
Mattia Orizio